Il saluto al sole

Assertività, corse nelle strade

della città. 

Le panchine nel parco,

i tavolini dei bar all’aperto.

Mano nella mano

a vincere su bagliori obliqui

e sulla malinconia del tardo pomeriggio

che vola via dai finestrini dei bus.

Raggi sghembi

ci prendono fuori fuoco.

La scena giusta

sulla mappa dell’esistenza

è il quadrato di luce,

riverbero delle faccende sue

e dei suoi fratelli.

Gli astri proiettano

da lontano.

Un raggio dritto

ci colpisce per caso,

lucida la mente,

siamo ancora vivi.

Ingrati, soprattutto.

Sputiamo su ciò che amiamo,

come una pianta

che cresce storta,

fautori del bene di trincea,

distratti inseguitori

della ribalta.

Il sole cade giù a caso,

come punte di spillo

fa male.

Una goccia d’euforia

stilla nel cuore,

è il primo respiro

di una nuova era.

mgs

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Informazioni su arcalibera.com

Ho 48 anni, vivo a Roma, sono appassionata di scrittura
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