
Assertività, corse nelle strade
della città.
Le panchine nel parco,
i tavolini dei bar all’aperto.
Mano nella mano
a vincere su bagliori obliqui
e sulla malinconia del tardo pomeriggio
che vola via dai finestrini dei bus.
Raggi sghembi
ci prendono fuori fuoco.
La scena giusta
sulla mappa dell’esistenza
è il quadrato di luce,
riverbero delle faccende sue
e dei suoi fratelli.
Gli astri proiettano
da lontano.
Un raggio dritto
ci colpisce per caso,
lucida la mente,
siamo ancora vivi.
Ingrati, soprattutto.
Sputiamo su ciò che amiamo,
come una pianta
che cresce storta,
fautori del bene di trincea,
distratti inseguitori
della ribalta.
Il sole cade giù a caso,
come punte di spillo
fa male.
Una goccia d’euforia
stilla nel cuore,
è il primo respiro
di una nuova era.
mgs