Una folata di vento sparge i fogli dappertutto. Tu li metti sopra la scrivania, lui li vuole dietro a un tavolo. Rimetti in ordine. Al nuovo refolo ti lanci per afferrare le pagine che svolazzano, alcune le salvi altre cadono in terra.
Di domenica pomeriggio, tutto fa pensare che ci sarà bel tempo. Intanto piove. I temporali estivi generano cariche elettrostatichein una manciata di spazio e di tempo. Sembra di stare in un barattolo di petardi che si accendono di colpo. I tuoni brontolano, ma hanno la grazia di non spintonare il sereno come primedonne smaniose. Il cielo, da azzurro che era, si oscura all’improvviso e la luce, benché temporaneamente assente, rimane nell’aria come una promessa. Infatti, puoi uscire in canotta, tanto fa caldo, e avventurarti ovunque perchè rispunterà il sole. I raggi, appostati dietro le nubi, al momento opportuno si apriranno un varco. Sono tutti diversi per indole. Anziché rapire furbescamente la scena alle nuvole, alcuni che fanno? Attendono il loro turno. Come tuffatori sul trampolino con galanteria lasciano che i cirri sfumino, vadano altrove. Poi allargano le braccia, si piegano sulle ginocchia e caprioleggiano sul nostro mondo. La domenica è una giornata di riposo. Giovanni e Ugo passeggiano nel parco, hanno deciso di divertirsi senza fare ciò che ufficialmente dovrebbe farli divertire: andare in massa al mare di domenica, al pub o a cena o il sabato sera. Un po’ per sfidare i luoghi comuni, ma anche perché ci riescono a divertirsi così. I viali semideserti, le panchine vuote e bagnate dalla pioggia ricordano l’inverno. Lo ricordano con estrema soddisfazione dato che è estate e tra un attimo i prati e i viali brilleranno di luce. I due ragazzi camminano. Si fermano davanti a una fontana. Lo scroscio d’acqua fa pendant con il silenzio. La vita è nata quando qualcuno ha dimenticato il rubinetto aperto…
Ugo è un ragazzo magro e alto, rossiccio e con gli occhi grandi e dolci come coppette di crema alla nocciola. Lancia lo sguardo lontano e lui gli va dietro, fa una mossa e sembra che interpelli un albero o risponda a un cespuglio. ‘Ho messo da parte un bel po’ di tavole di legno, il telaio e i bulloni per il palco. Li trasporteremo con un furgone e monteremo la struttura nel primo pomeriggio. I musicisti arriveranno alle sei, per quell’ora sarà tutto pronto’. Ugo è un ottimo organizzatore. È pragmatico, ma effervescente, quindi non rompiballe.
Giovanni: ‘La band che suonerà si chiama ‘I viv-aldi spavaldi’. Quando mi hanno detto il nome mi sono messo a ridere. Ma sono forti, hanno un repertorio vastissimo. Inizieranno con i Queen’.
Ugo: ‘Ce l’hanno l’accumulatore per le luci?’
Giovanni: ‘Sì, chiaro. Clara, Siria e i loro amici si occuparanno delle bibite. Quando glielo abbiamo detto non hanno battuto ciglio. Questa festa sta coinvolgendo tutti in un modo sorprendente, non me lo aspettavo. Nessuna faccia mesta o smorfie di disappunto. Di solito è difficile mettere d’accordo tutti. Invece, stavolta, ognuno fa volentieri la sua parte’.
Ugo: ‘I tavoli per le vivande?’.
Giovanni: ‘Se ne occupano Giacomo e Luca’
Ugo: ‘Digli di portare dei teli di carta’.
Giovanni: ‘Ok, va bene. Oh, neanche mia madre è così apprensiva. A proposito, forse ci sarà anche lei’
Ugo: ‘Sono contento, tua madre mi è simpatica. Comunque non sono apprensivo, sono pignolo’. Ugo flette lo sguardo addolcendo l’espressione come per cullarsi il cuore. Il suo tempo separa l’oggi dal domani. Lui ci agisce dentro. É fortunato, mica tutti hanno un tempo speciale in cui fare quello che vogliono. Per di più Ugo vuole ciò che può fare. I due ragazzi parlano della festa dell’estate, ad entrambi batte il cuore a pensarci
Ugo: ‘Quanti saremo?’
Giovanni: ‘Più o meno 700 persone. Ci saranno gli amici e gli amici degli amici. Si è sparsa la voce e adesso contiamo 700 persone’
‘È una moltitudine!’, Ugo strabuzza gli occhi e Giovanni ride.
Giovanni: ‘Sì, una moltitudine organizzata al minimo, ma in modo efficace. Considera che per il rinfresco Giacomo e Luca hanno formato dei sottogruppi, in tutto 10. In pratica abbiamo stilato una lista della spesa e l’abbiamo diffusa in ogni gruppo, che si occuperà di raccogliere i soldi e comprare il necessario. Meglio gestire 70 persone che 700. Ogni squadra è composta da cinque persone: una si occupa di reperire i soldi, due delle bevande e due del cibo’
Ugo: ‘Come stiamo messi con i permessi?’
Giovanni: ‘Sono andato al Comune per l’occupazione di suolo pubblico e alla Siae’
Ugo: ‘Gliel’hai detto che ripuliremo noi?
Giovanni: ‘Si, nella locandina della festa c’è scritto a caratteri cubitali che chi sporca verrà invitato ad allontarsi, nel senso che ciascuno è responsabile di quello che fa’.
Ugo è la mente e il braccio dell’impresa. Dato che gli piace impegnarsi si occuperà del palco. Sarà lui che farà vivere il cuore della festa. Quella architettura pulsante l’ho costruita io, dirà tra sé e sé e l’idea lo appaga della fatica. Perchè l’amore è un nocciolo di pesca, un cric crac da tenere stretto e lasciarlo se lo vuoi tu. Una volta disse ad una ragazza: ‘Oggi siamo stati bene insieme’ e avrebbe voluto che oggi non finisse mai.
Giovanni e Ugo, con le mani nelle tasche e l’aria disinvolta, passeggiano, ammorbiditi dall’odore della pioggia. I rami degli alberi se la scrollano di dosso come i cani, perciò se ci passi sotto piove senza piovere. Forse, per pudore dei sentimenti non si dicono di aver trascorso insieme un magnifico pomeriggio. Ma lo pensano. Il cuore di Ugo è una pesca profumata, dove prodi cavalieri, asserragliati in cima a una collina, attendono il segnale per lanciarsi all’attacco. Ugo crede nei combattimenti, quelli che legge nei libri. Ci crede come fossero veri. Ma l’ethos del guerriero, se fosse per lui, non farebbe morti. Nel suo cuore vagano gli amori, i portici del centro, le luci di Natale, ninnoli e caramelle, l’orchestrina che suona, il freddo dell’inverno e la tenerezza dei pomeriggi di città. Lì è sempre estate. Il viso di Giovanni risplende sulla sua camicia, azzurra come le case al mare, in cui ci mette i prodi cavalieri, gli amori, le luci di Natale, le speranze che sorgono e si abissano ciclicamente, come l’estate, come una barca tra le onde.
Manuela.