‘5 chili di pizzette moltiplicato per 7 fanno 35 chili di pizzette’, Clara da una settimana è al capo dell’organizzazione del I gruppo, settore viveri e dà i numeri. ‘Non possiamo basarci sulle feste casalinghe con un tot di panini, tramezzini e rustici. Qui ci vuole cibo cucinato, piatti freddi magari, altrimenti usciamo dai gangheri’, Alina si alza in piedi e parla con calma. ‘Sì, è opportuno esplorare il mondo del catering’, rispondono gli altri in coro. L’universo del catering per i ricevimenti è vasto e variopinto. Bisogna dirlo: quale migliore rassicurazione del cibo scodellato! Al bivio, non sapendo dove sbattere la testa, indecisi tra l’abracadabra dei pentoloni bollenti e il conforto del potere del denaro, sarebbe stato facile sterzare in corsa e dirigersi verso la pappa pronta. In ogni modo, i nostri hanno optato per l’abracadabra. La manifattura artigianale non costa denaro, costa ingegno. Ciò significa che dovranno armeggiare intorno alle braci come stuoli di adepti alle prese con il rito magico. ‘Insalate di riso, paste fredde, melanzane alla parmigiana. Stucchini sì, bruschette anche’. ‘Allora dovremo accendere un falò’. ‘Accenderemo un falò’. Sembra facile, ma non lo è. Ci vuole calma, sangue freddo e originalità. Per sfrondare le complicazioni, sorte in fase di pianificazione, i rappresentanti dei 10 gruppi hanno deciso di iniziare dal dolce. Tuttavia, la realtà ci ha messo del suo. Infatti, un elemento di mistero, materializzandosi dal nulla, ha dato un tocco noir alla vicenda. Sette crostate di frutta x 5 e sette torte della nonna x 5. La matematica non è un’opinione, i dolci forse sì. Le cose sono andate così. Siccome alla teoria di solito segue la pratica, i ragazzi e le ragazze, fugato ogni dubbio, si lanciarono ai mercati generali come missili, con l’intento di acquistare alcune cassette di frutta mista, nonché ortaggi per decorare i tavoli. Misero la sporta davanti al garage di Claudio, ma il giorno successivo era sparito tutto. Furto senza scasso. Ingenti quantità di banane, melanzane e cavoli trafugate nella notte. Nessun testimone. Chi poteva essere stato? Gli inquirenti ebbero le mani legate per poco tempo. ben presto, gli amici, emersero dalla coltre del sospetto reciproco e, con un briciolo di buon senso, non fu difficile dipanare la matassa. Sicuramente era stato un estraneo, il quale, intrufolatosi nottetempo, aveva fatto razzia di quel ben di Dio. L’indagine durò giorni, ma non diede gli esiti sperati. L’episodio venne fatto passare sotto silenzio, infatti Ugo e Giovanni non ne erano stati informati. Finchè un giorno i due amici chiesero del dolce. Allora, iniziò un depistaggio imbarazzante. Giacomo aveva un gatto che si era mangiato le albicocche, si va be’ ma una cassetta di albicocche? Urbano aveva un pitone goloso di banane. ‘Ragazzi che sta succedendo?’ domandò Ugo. Siate seri. Tuttavia, non ce la facevano ad essere seri, ma ebbero l’accortezza di rimanere in silenzio.
É sereno, il mare invita la ciurma a navigare. Intanto, Giovanni fronteggia lo sportello comunale dei permessi per l’occupazione di suolo pubblico. É il suo turno. Una goccia di sudore gli cade sulla camicia. L’unico soffio d’aria respirabile è mosso da un ventilatore. I visi degli utenti, così si chiamano le persone in un ufficio, sono imperlati di sudore, espressione risolutiva, che ti consente di dire abbastanza, con una formula di provata efficacia e con poco sforzo.
L’organizzazione della festa dell’estate richiede impegno. A pensar male si fa presto è più difficile pensar bene, ci vuole coraggio, per questo pochi lo fanno. Ci sono infinite varianti alla faccenda. Ci sono quelli che si mettono in testa un obiettivo, determinano con precisione i mezzi, stanno ben attenti a non trasformarli in fini e a non farsi trascinare da screzi e da idiosincrasie in discussioni sfiancanti. Ci sono quelli che procedono in autonomia e ogni tanto si aggregano ad altri. Ci sono quelli che proferiscono paroloni e di nascosto aggiustano il tiro, ovvero fanno il minimo indispensabile, dimostrando di operare per un principio nobile e pensando al loro tornaconto. I più determinati sono quelli che attingono direttamente alla fonte dei sogni. Al riguardo i ragazzi hanno avuto il campo spianato da quella favorevole congiunzioneastrale che si verifica quando gli animi, liberi da ingorghi e smanie di protagonismo, si armonizzano su un obiettivo. Adesso è l’estate, domani sarà qualcos’altro. Perciò è un evento raro. Ora è così, ma le stelle nel cielo di questi ragazzi potrebbero allinearsi chissà quando a loro favore. É come il passaggio di una cometa, la caduta di un meteorite o un’eclissi. Ma meglio, è come quando trovi un amico, un amore, qualcuno di speciale e senti che non potresti più vivere senza. Di solito le circostanze volgono completamente a favore di questo miracolo, cioè i due esseri sono indissolubilmente legati l’uno all’altro e nulla, per nessuna ragione, li può separare, né il capriccio che tormenta gli innamorati, né la sorte avversa. Infatti la calamita quando scatta scatta, se tu sei lì, lontano da me, io farò di tutto e ancora di più per averti con me. L’amore talvolta sfiora la proporzione matematica, e allora il figlio sta al genitore, un amore all’anima gemella, un cane al padrone, un lavoro al lavoratore come x sta a y. Non si tratta di un freddo calcolo, chè quello non è uguale a quell’altro. Non si tratta neanche di tigna, non è che uno si impunta come un somaro per avere a tutti i costi ciò che desidera, piuttosto è la folgorante consapevolezza di desiderare quel figlio, quell’amore, quel cane, di fare quel lavoro e nient’altro. Anche la festa dell’estate capita, è quell’evento che ha caratterisitiche di irripetibilità e può causare spossatezza data la caducità delle faccende umane.
Sgominata banda di contraffattori rubavano frutta di qualità e la sostituivano con merce scadente. La gang perlustrava i quartieri della città, seguiva gli acquirenti di ingenti quantità di ortaggi e di notte sottraeva la refurtiva. Lo scambio li proteggeva dalle conseguenze dei misfatti. Infatti, una volta scoperta la fregatura, la gente se la prendeva con i commercianti. Stavolta però qualcosa è andato storto. Appena arrivati i ladruncoli avevano aperto il cancello con un passpartout. Poi erano entrati nel garage, ma qualcuno si era affacciato alla finestra. Perciò, avevano fatto in tempo a scambiare la merce e a scappare in fretta e furia con un furgoncino. Tale furgone era parcheggiato vicino al secchio della spazzatura, dove si inerpicava un ratto di orribili fattezze: occhi rossi che luccicavano nell’oscurità, orecchie appuntite e mazzetti di peli irti che spuntavano dappertutto, denti aguzzi in cerca di cibo e una coda lunga che fluttuava a comando del sorcio. L’individuo in finestra l’aveva visto e, incuriosito, lo stava fotografando. Nell’istantantea figurò anche la targa del camioncino. Così, la polizia reperì il veicolo e i ladri di frutta, i quali si difesero dicendo che la loro azione era a favore della comunità e dell’ambiente. Il loro non era un furto, piuttosto un nobile gesto per evitare che la merce di cattiva qualità andasse sprecata. Moralmente ineccepibile, secondo loro, era la ragione che li muoveva, ma l’attenuante non resse.
Giovanni, Ugo&company, riavuta la frutta in discrete condizioni, intrugliano con creme e pasta frolla. Hanno anche aggiunto al menù un mega tiramisù di proporzioni galattiche. Come si può immaginare, i preparativi sono una cosa, la festa un’altra. I ragazzi e le ragazze avranno un mare di ricordi da sistemare: ‘Quello di quando cucinavamo tutti insieme e ci divertivamo lo metto qui’, qualcuno dirà, ‘a fare il paio con l’attimo in cui sostai nel patio per riposare e mi ripensavo tutta scarmigliata e inzaccherata di sugo. E la musica suonava’. In tiro, ma non troppo, sarà facile credere al potere degli eventi di autogenerarsi. Non come le donne in ciabattine e pantaloncini, accerchiate da ragazzini urlanti. Non farti ingannare da loro. Alcune sono nerborute da palestra, almeno lo è la maggior parte, perché ha il dovere di esserlo. E ti chiedi che c’entrano quelle bustone bitorzolute, cariche di provviste ficcate dentro alla rinfusa, con l’immaginetta di donna tutto ok. Che le cose vadano da sole nella credenza e nel frigo, che non ci siano bambini piagnucolosi intorno? No, ce le debbono mettere loro le provviste nella credenza, come tutti. E sorridono per nascondere lo strazio, per non dire andate tutti al diavolo, ma dove sta scritto che l’onere di sfacchinare in questo modo è solo mio. Non lo dicono, neanche le signore ingioiellate che mettono a posto la spesa lo dicono. Anche loro la tirano fuori da bustone gonfie e sgraziate. Le personcine ‘perbene’ debbono rendere esteticamente convincente la mera sussistenza con un vestito alla moda, un portamento da signora, altrimenti sarebbe riprovevole aver bisogno di cibo per vivere e di fare la spesa per procurarselo. Con la festa dell’estate invece non si vuol mentire, sebbene appaia un fatto nato per partenogenesi, è impossibile occultare l’impegno e la fatica, poiché l’animo, al riguardo, si cheta di ogni affanno e ride, nutrendosi di azioni foriere di un avvenire.
Manuela.