Non riesco più a perdermi. Cammino sulla via dove stanno tutti e non mi ritrovo. Quasi mi infastidisce, un tempo mi dava sollievo. Comunque, constato con gioia che ha una bocca di metallo fuso. Le guance rosa e lo sguardo di chi è nella sua età migliore. E’ lì che muove quella grande bocca. Parla lentamente. A volte, invece, si scatena e parla, parla, parla. Nessuno osa giudicare. Il sole che tramonta sul mare dura il tempo di un caffè, mette tra parentesi la vita in superficie, mentre emerge la dimensione subacquea. Vivo in me stessa, ora. Penso che no, non c’entro niente con la vita che faccio. Un dolore s’infila nel petto. Be’, non è stato sempre così. Dipende dalle epoche. Quando la vita che vivi è la tua e quando no. In questa, con rammarico, sento che la quotidianità non è la mia. Intendo la quotidianità rabberciata da chi dice che è la mia e ha insistito affinchè l’accettassi. Non lo è. Amara scoperta di fronte a quel volto roseo, su cui prevale un’enorme bocca plumbea e liquida.
Manuela Grillo Spina.