Intanto il dicibile, per lo scibile si vedrà.

La vecchia non voleva farli entrare. S’era messa davanti alla porta, con le braccia aperte per sbarrare l’entrata. Qualcuno avrebbe potuto sapere e certamente non doveva. Da tempo girava la voce che la casetta custodisse un mistero. Nessuno aveva la certezza che si trattasse dei soliti misteri d’Italia. Per saperlo più di un viandante che non aveva intenzione di pellegrinare passava giornate intere davanti alla dimora in cui Clara aveva condotto i suoi amici. Voleva svelargli il segreto. ‘Signora si tolga, per favore’, sussurrarono i ragazzi. La vecchiaccia non ascoltava nulla, sentiva soltanto il rancore che nutriva nei confronti delle persone che curiosavano. Aveva paura che entrassero. ‘È una donna cattiva, quindi molto stupida’, Clara aveva avuto a che fare con quell’essere detestabile, sapeva che non l’avrebbero convinta ad andarsene fintantoché fossero rimasti lì. Implorarla non serviva a molto, anzi la vecchia si compiaceva del suo modo di fare, da anni cacciava via chiunque si avvicinasse alla casetta. Nonostante quella presenza inquietante il luogo era meraviglioso. Al centro del cortile c’era un pozzo, intorno un piccolo giardino fiorito, chiaramente qualcuno se ne prendeva cura e quel qualcuno non era la vecchia che lo odiava. Per l’esattezza invidiava lo sbocciare dei fiori, poiché ciò, ripetuto di continuo, ha le sembianze della vita. Se fosse dipeso da lei, avrebbe mandato in malora il giardino, maledicendo il sole che lo scaldava e le farfalle che si posavano sulle piante. Infatti, quel luogo le faceva tintinnare un sonaglio, che prometteva la felicità come solo la vita che scorre sa evocare. Siccome ci aveva rinunciato da parecchio, non voleva che altri cogliessero l’attimo. Purtroppo, s’era accaparrata il diritto di mandar via le persone, soprattutto se animate da un interesse genuino. Non è che se l’era preso, in fondo il diritto glielo avevano concesso, a mo’ di risarcimento per le rinunce e per i sacrifici cui si era sottoposta. Dei sessantasei anni ne aveva vissuti la metà o un quarto. Tale accidente, comune a molti, le garantiva la complicità degli ottusi contenti, rinfrancati dalla viltà condivisa. Insomma, di quella gente che, ammantandosi con orgoglio del cinismo più bieco, per quanto esso riveli in modo imbarazzante intollerabili frustrazioni, pare si senta autorizzata a tracimare astio.
Sebbene negli anni fosse apparsa a chi poteva sapere, alle anime pure ma terribilmente sole, Clara era l’unica depositaria di storie che altrove si sarebbero raccontate e ciò le pesava. Ormai era decisa a svelare il segreto, Rodolfo e Dario l’avrebbero aiutata. C’era da mandare via la vecchia, era l’unica cosa da fare. Con i ragazzi si allontanò dall’atroce signora per escogitare un piano, mentre i raggi del sole avvampavano ovunque, tanto che nulla poteva restare nascosto alla luce.

Manuela Grillo Spina.

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Ho 48 anni, vivo a Roma, sono appassionata di scrittura
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