Dalla ciclabile alla Balduina a nuoto (come un pesce fuori dall’acqua)

IMG_0753Mi fido del ricordo delle foglie rosse d’autunno, delle labbra che splendono al sole come i sorrisi. Guardo all’inverno, mentre cammino con abiti pesanti nelle strade e nelle piazze, che sono simili alla città ideale nascosta nella giacca. Muovo i primi passi: le ruote del meccanismo totale, la fabbrica della vita dell’oggi e mi chiedo se, ciò che vedo ora, dalla terrazza sulla ciclabile, in un pomeriggio qualsiasi, diventerà un ricordo. Mi fido dei ricordi: importanti testimoni di attimi di vita vissuta. Allora ero viva, per questo ricordo. Scommetto sui nuovi, quelli che verranno e saprò solo dopo se la vita di oggi l’ho vissuta davvero. Mi ricordo di quella giornata, non saprei dire quando, in cui anche con i pensieri andavo forte. Essi scorrevano nello schermo della mente, come nuvole nel cielo limpido ed io immaginavo di non essere sola. Insieme a quegli altri, che ho sempre desiderato vedere con me, aspettavamo la prossima stagione, il domani, come a moltiplicare la meraviglia implicita nel fatto di sentirsi vivi.

La gente scatta parecchie foto, ma c’è un non so che di particolare che ti spinge a fermarti, a guardarti intorno, per memorizzare un momento, come un’istantanea che tieni dentro di te. Bisognerebbe chiedersi più spesso se si vive davvero. Bisognerebbe cercare le prove quando la risposta è incerta. Il tuo io ti vuole mettere con le spalle al muro, allora ti appigli a una bella serata, a un film visto spassosissimo, ma non è quella la prova che vuole. Infatti, continua a tormentarti, finché non lo accontenti. Per cavartela tiri fuori attimi vissuti intensamente come il mago con il coniglio dal cappello. A volte, è come cercare un ago in un pagliaio. Per questo guardare alla finestra potrebbe essere molto appagante. A tale proposito, ci si trastulla con il gioco dell’osservazione delle coppie attempate che si aggirano nelle sale d’aspetto dei cinema o nella strada. Lei si guarda intorno distrattamente, tenendo in mano i biglietti appena acquistati, come a farci credere che l’ordine e la pulizia del suo aspetto siano casuali e non il frutto di un’enorme fatica. Qui sta il fascino che emana alla stregua di una ballerina classica. La coppia osservata riproduce il suo piccolo mondo nel mondo che è più grande, lo fa seguendo la consuetudine, come se stesse in salotto. L’uomo e la donna ci mostrano quello che hanno imparato conoscendosi negli anni trascorsi insieme: sanno che all’affermazione di uno, l’altra risponderà in sintonia, alla loro maniera, rafforzando quel mondo che li protegge e li identifica. La coppia trasmette il contenuto di un’opera d’arte mostrando l’essenza, ma non lo fa cogliendo l’attimo, bensì sciorinando momenti apparentemente insignificanti al passaggio del tempo. Però, quegli attimi tutti insieme compongono il quadro in cui hanno voce le cose spesso taciute. Se c’è vita o non c’è vita sulla Terra, questo emerge insieme a me, che vengo su dalla ciclabile, come un nuotatore dall’acqua.

Amo il potere rassicurante della parola ‘naturalmente’, un avverbio che ti fa respirare tra un’affermazione e l’altra. Naturalmente non è facile starsene a guardare l’abisso sotto di sé, rimanere attaccati alla colonna vuota dell’anima come un koala all’albero, come uno spermatozoo all’ovulo, per fecondarsi e darsi ancora vita risalendo su.

Manuela Grillo Spina

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Ho 48 anni, vivo a Roma, sono appassionata di scrittura
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